Adelio Cozzi

La Critica e gli Scritti

 

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 Di Silvio Zanella:

 

 

 

 

La mia concezione della percezione visiva si fonde nelle vibrazioni del colore, le quali mi trasmettono le emozioni profonde e intense, ne colgo e traduco in ricerca  di perfezione e di armonia. La mia pittura porta con sé la mia storia, che è fatta di personaggi, di oggetti, di richiami più o meno diretti ma sempre a me strettamente collegati e, ritengo, fortemente significativi.

 

Sono convinto che il fascino dell’arte non si esaurisce nell’interpretazione dell’artista, ma si accompagna ad un mondo magico e misterioso, il più delle volte inaccessibile e per tanto sconosciuto.

In questa occasione mi è possibile esporre una piccola parte di questo mistero, attraverso un  percorso che mi porta a ripercorrere con rispetto e discrezione il cammino dell’arte contemporanea della seconda metà del secolo scorso.

 

In questo itinerario scopro che, la curiosità dell’uomo,  si fa stupore dell’artista di fronte alla bellezza della natura, degli oggetti e della vita.

 

Dalla bellezza e dall’armonia che l’arte rivela, nascono l’amore per il bello e la nuova arte.

 

                                                      Adelio Cozzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“L’ASTRAZIONE COSMICA” E LA PROPOSTA ESTETICA DEL NUOVO MILLENNIO

 

 

 

 

Dopo aver spazzato via definitivamente tutta l’eredità greco-latina, l’astrazione cosmica propone un superamento dei mezzi classici di conoscenza del mondo. E’ importante, che i nostri esegeti si rendano conto del fatto che tutte le leggi della semantica sono ormai confermate, e che da cinquant’anni a questa parte l’umanità ha vissuto la più grande rivoluzione di tutti i tempi. Certo, si può comprendere il timor panico degli spiriti migliori di fronte al crollo delle ideologie e di tutte le apparenze sulle quali era ancora fondato l’universo della generazione del secolo scorso, ma è il momento che l’uomo si apra alla nuova realtà invece di angosciarsi di fronte al disorientamento dei meccanismi del suo intelletto. L’astrazione cosmica ha confermato una volta per tutte la volontà umanistica di voler ridurre il cosmo alla misura dell’uomo e di tentare di accedere all’Essere partendo dalla conoscenza.

In una transdialettica nella quale i segni precedono il loro significato, potrebbe sussistere un problema di ricerca o di analisi di elementi, come avviene invece in una organizzazione conchiusa “alla greca”, come se si trattasse di una scultura delle Cicladi, di una vergine di Raffaello, di una tragedia di Racine, di una sinfonia di Mozart, di un’opera di Wagner o finanche di un quadro di Mondrian. Il dinamismo cosmico che presiede alle relazioni fra gli esseri umani e il mondo che si nutre dello stesso futuro. In queste condizioni, l’artista elabora una semantica partendo da un linguaggio che è se stesso, e che ha la preoccupazione della contemplazione del cosmo, tutti gli equivoci umanistici del mondo contemporaneo traggono la loro origine dal rifiuto di abbandonare un apparato logico che, da Aristotele a Heidegger, si aggrappa ad una visione del mondo idealista e borghese, senza accorgersi che i limiti della materia, della gravitazione e della coscienza sono ormai sfondati. La storia della nostra civiltà comincia con l’emancipazione dal pensiero umanistico. Essa si incarna in un’estetica libera ad immagine di Dio, e che si pone di fronte a Lui. Essa sorge dopo quarantamila anni di attività artistiche spese a rendere astratto il reale. Essa sorge dopo sette secoli di un falso ideale fondato sull’antropomorfismo. Il suo dialogo con gli uomini comincia ora.

Tuttavia il rovesciamento categorico da essa proposto ha già invaso gli altri campi dell’espressione artistica e visiva(cinema, televisione, musica, architettura), e ha tradotto una volta di più -come così spesso accade nel progresso delle civiltà- prima di tutte le filosofie, le scoperte divulgate della scienza. Lungi dall’essere in stato di crisi, lungi dal cristallizzarsi nella monotona ripetizione, lungi dal trovarsi circoscritta da dei limiti, lungi dal confondersi con la realtà naturale, l’arte astratta cosmica nei suoi aspetti più autentici, esplode in una esaltazione della sua varietà, trasgredisce le proprie definizioni, inventa strutture inedite, affronta i più grandi rischi, incontra tutti gli ignoti, si prolunga a perdita d’occhio in implicazioni arborescenti e polarizza tutte le energie in una festa suprema nella quale l’artista, sovrano autocreatore, dimenticando sè stesso per esistere, appare nel modo più assoluto, indipendente e solidale col mondo nel contempo, in comunicazione e in comunione con esso per il tramite di significati che egli impone e che non appartengono che a lui.

E, ciò che più conta, questa arte prefigura una trionfale affermazione dello spirito. Il pensiero rifiuta di essere antologico; la scienza accetta metodologicamente il ricorso alla trascendenza; oggi l’Essere è concepito partendo dalla conoscenza d’Essere.

Non pago di segnare la materia e gli spiriti col marchio del suo sigillo e delle sue forme, non contento di inventare la propria tecnica, la propria disciplina, il proprio rigore, la propria sintassi, la propria logica, l’artista(nel terzo millennio) ha il gravissimo compito di creare la corrente spirituale, morale ed estetica nella quale iscriverà il suo destino come membro dell’umanità.